
Intervista a Marlene Miele di Socialgnock
Interviste / Social Media Marketing
Marlene Miele di Socialgnock ci racconta del gruppo Facebook che ha unito le donne social e (più) gnock della rete!
Le donne, si sa , sono più portate a fare gruppo da sempre e lo fanno, da tempo, anche soprattutto sul web. Online i gruppi, le community tutte al femminile sono tantissime e mirate per argomento. I temi che vengono trattati all’interno di gruppi specifici sono tantissimi e vanno dalla maternità alla cucina, dai gruppi di lettura alle super sportive sino ad arrivare alle numerosissime donne impegnate nel mondo della comunicazione ed è di un gruppo Facebook di questo tipo di cui vi parliamo in questa intervista. Il gruppo è quello delle #socialgnock di cui Federica ed io facciamo parte da tempo. All’interno del gruppo abbiamo trovato spesso risposte ai nostri dubbi legati a questo mondo virtuale sempre in evoluzione, ma anche colleghe con cui condividere un progetto e anche a lavorare insieme, sino a scambiarsi semplici e utilissimi consigli ad esempio sull’outfit giusto per un appuntamento di lavoro.
Spesso capita che dal contatto virtuale si passi alla conoscenza reale come è capitato con Marlene Miele, super moderatrice del gruppo, conosciuta durante il corso di Visual Storytelling. Marlene è stata per me una bella sorpresa! Ho scoperto che una super moderatrice determinata molto tosta come lei è una giovane molto sensibile, con un grande cuore, sempre disponibile e molto preparata. Ma ora lasciamo a lei la parola.
Come, quando e con chi è nata l’idea di #Socialgnock?
Alla base delle #socialgnock non c’è nessun intervento studiato a tavolino. Tutto nasce da un’intuizione di Rosa Giuffrè. Incontri che dalla piazza virtuale dei social diventano reali e che lei riunisce sotto questa etichetta. All’inizio solo per salutare le bellissime e interessanti donne appena conosciute, utile successivamente per ritrovare su Twitter le conversazioni scambiate. Da subito supportata da Valentina D’Amico e Lorena di Stasi con cui hanno poi deciso di aprire la community.
Perché la scelta del nome #socialgnock?
Rosa Giuffrè di ritorno da un evento in cui aveva conosciuto delle donne con cui aveva sempre scambiato solo battute online, in un #FF (Follow Friday) le ha ringraziate coniando questo nome.
Erano tutte donne, erano tutte social ed erano tutte bellissime.
Socialgnock al Social Media Day 2016
Si dice che le donne non vanno mai veramente d’accordo, tu cosa ne pensi? Come ti trovi a lavorare in un team di sole donne?
Ho maturato negli anni la convinzione che la faccenda che le donne non sappiano lavorare in team l’abbiano messa in giro gli uomini, perché quando delle donne in gamba lavorano in team i risultati lasciano davvero a bocca aperta. E questo gruppo ne è la prova.
Perché la scelta di stare su FB e di starci con un gruppo pubblico?
In realtà socialgnock non è solo un gruppo pubblico. Socialgnock è anche una FanPage, sempre su Facebook, è su Pinterest, Google+, Instagram e Twitter, da dove in realtà è nato tutto.
Il gruppo è pubblico per scelta. Prima di tutto perché dobbiamo abituarci ad interagire nei gruppi come se quelle persone, quelle donne che frequentiamo online, le avessimo di fronte a noi. Si spendono migliaia di parole per spiegare che quello che accade online non è diverso da quello che accade quando non siamo connessi ad un dispositivo elettronico. Sono convinta che cambiando il mezzo, la sostanza non cambi. Un complimento o una critica scatena in chi lo riceve la stessa identica reazione, di gioia o di dolore, a prescindere se quel complimento o quella critica sia scritta o detta a voce. Succede invece che siamo più propensi a scriverle certe cose. Lo stare dietro un monitor, che oggi non significa più puro anonimato, comunque riesce a rendere le persone in un certo qual modo più sincere. Però bisogna anche prendersi la responsabilità di quello che si scrive, in ogni momento. Per questo la scelta di un gruppo pubblico. E poi ricordatevi, anche se fate parte di un gruppo segreto segretissimo, prima o poi uno screenshot potrebbe seppellirvi comunque.
Cosa ne pensate delle community online? È stato complicato mantenerne una nel tempo così attiva e con un clima pacifico?
Le community online, se gestite bene, offrono contemporaneamente una vetrina di promozione, ma anche arricchimento professionale e umano per chi partecipa. Quando le discussioni si animano di solito è perché l’argomento sta molto a cuore ai partecipanti, e qui il ruolo dei moderatori è fondamentale. Quando invece gli animi si scaldano per rancori o gelosie, allora più che moderare si deve dare qualche bacchettata. Fortunatamente è successo molto raramente di dover far uscire qualcuna dal gruppo.
Quali sono le tipologie di professioniste della comunicazione che si possono trovare all’interno del gruppo?
Come si legge su Facebook socialgnock è una community fatta di donne che per lavoro o divertimento vivono quotidianamente la folle vita dei social network. Non è una community per esperte del web, non è una community in cui si parla solo di lavoro: è una vera e propria piazza dove potersi ricaricare e farsi semplicemente una risata, potersi raccontare in completo relax (dal tacco all’infradito) e naturalezza (niente photoshop).
Le founder di Socialgnock
Ci fai il ritratto di una vera socialgnock?
Curiosa, altruista, pronta al confronto senza polemica. L’aria che si respira all’interno del gruppo è di disponibilità ad aiutarsi passandosi informazioni non solo professionali, ma anche le proprie passioni, i propri interessi. Spesso anche solo una parola di conforto, o una battuta per raddrizzare un pessimo lunedì.
Per te essere socialgnock cosa significa? E cosa significa esserne moderatrice?
All’inizio mi ha emozionata far parte di un gruppo di sole donne, io che non ho mai avuto molte amiche. Le dinamiche sono sempre le stesse. Arrivi alla festa, non conosci nessuno, ci sono i gruppetti. Per molto tempo ho solo letto i post delle altre, sempre così pieni di informazioni, strapieni di energia e di competenza. Raramente lasciavo qualche commento, ho scritto pochissimi post. Poi ho notato che in un mondo fatto di celolunghismo più o meno accentuato, in questo gruppo la tattica della promozione fine a se stessa non pagava. Non sono accettati post copia incollati di promozione, con link mordi e fuggi. In questo gruppo si spinge a ritrovare il senso della condivisione vera. Se si ritiene di aver scritto qualcosa di interessante, si spiega perché lo si ritiene interessante e degno di condivisione. Link rigorosamente in privato, e solo a chi realmente interessata. Attraverso questo meccanismo si instaurano vere relazioni e legami.
Diventarne poi moderatrice è stata la conclusione di un percorso di crescita all’interno del gruppo. Durante la giornata entrare nel gruppo per me è l’equivalente di entrare in un bar per prendere un caffè con qualche amica. Lo faccio sempre con piacere.
Marlene Miele
Ci racconti una tua giornata tipo da moderatore supremo del gruppo?
Mi alzo presto, e la prima cosa guardo le notifiche del gruppo. Faccio un check delle nuove richieste, cancello quelle non in linea con il gruppo… Ma no! Non è vero! Non esiste una giornata tipo semplicemente perché le #socialgnock non hanno schemi. Svolgo la mia attività di moderatrice in base ai miei tempi. A volte accade di avere qualche emergenza, ma siamo un team, e c’è sempre qualcuna presente.
Cosa succede una volta entrate in questo gruppo?
Si diventa #socialgnock. What else?
Socialgnock ha superato i 6mila membri e il numero continua ad aumentare: avete un traguardo da raggiungere?
Non è una gara. Fa solo piacere vedere che il gruppo ha un grande seguito e spesso ci scrivono per sollecitare l’ingresso.
Voglio solo aggiungere che essendo l’ultima arrivata, sono davvero orgogliosa di rappresentare questo gruppo. Le socialgnock mi hanno insegnato il valore della condivisione, dell’importanza della parole, e della #easytudine ovvero la capacità di prendere le cose con leggerezza, ma mai con superficialità.
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