
Brand Identity per la musica: l’evoluzione della grafica dei dischi nella storia
Brand Identity
Quanto è importante la Brand Identity per la musica? Analizziamola con l’evoluzione della grafica dei dischi nella storia.
Domenica 19 febbraio 2017 abbiamo parlato di social per la musica a musicisti e cantanti della scuola Musica, Anima & Corpo di Borgomanero durante il Seminario i social per la musica – #followmusic.
Durante l’incontro abbiamo toccato e sviluppato diversi temi, tra cui quanto la cura della brand identity per la musica e la creazione del personal branding sia fondamentale per la riconoscibilità di un singolo artista o di una band e di quanto la grafica delle copertine dei dischi sia fondamentale.
Come non ricordare alcune copertine passate alla storia? Le migliori sono di sicuro quelle che ci fanno riconoscere lo stile, il modo di comporre e di interpretare la musica da parte dell’artista e della band. Con un solo sguardo siamo in grado di capire se contengono canzoni che ci piacciono o meno. Basti pensare ad esempio al bianco e nero utilizzato per le copertine degli album di musica jazz o al contrario il colore presente in maniera molto decisa ad esempio per i dischi dei Beatles, tra gli anni ’60 e ’70.
Come le copertine di un libro sono la prima cosa che vediamo e devono saper attirare la nostra attenzione e veicolare un messaggio.
La prima copertina di un disco nella storia
Le copertine dei dischi hanno una storia relativamente breve, ma che si è sviluppata molto velocemente nel corso dei decenni.
Infatti la data di nascita della prima copertina risale al 1938 e venne creata da Alex Steinweiss (1917-2011) per un disco Rodgers & Hart con accompagnamento orchestrale.
Steinwess in quell’anno venne assunto come grafico dalla Columbia Records per creare i visual promozionali della casa discografica e non solo. Propose alla Columbia (che si mostrò inizialmente molto scettica di fronte alla proposta) di creare “involucri” in cartone per rendere sia più appetibili i dischi, che sino ad allora venivano venduti avvolti in semplici fogli di carta, sia per proteggere il vinile.
E da allora fantasia ed estrosità non hanno avuto più limite nella creazione delle grafiche per le copertine dei dischi, quasi sempre nel rispetto della brand identity per la musica dell’artista. Pensate che lo stesso Steinwess ideò quasi 25.000 copertine di ogni genere musicale, utilizzando spesso disegni di sua creazione.
Dal vinile al CD
Nella nostra epoca l’avvento dei CD ha rivoluzionato anche il modo di concepire la grafica di copertine diventate più piccole, spesso con libretti illustrati o fotografici contenenti i testi delle canzoni.
Il primo CD musicale venne realizzato nel 1982 con La Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss diretta da Herbert Von Karajan con la Berliner Philharmoniker.
Il primo album musicale pop realizzato su questo nuovo supporto fu The Visitors del gruppo svedese degli ABBA. Il primo ad essere commercializzato in Giappone nel 1982 (insieme al lettore) fu 52nd Street di Billy Joel.
Come la brand identity per la musica è cambiata con il digitale
La grafica realizzata per questi prodotti ci permette di riconoscere immediatamente lo stile del musicista, ma prima si potevano creare copertine con mille dettagli nascosti, da guardare e toccare con le proprie mani. Con l’avvento del digitale le copertine hanno dovuto cambiare stile e grafica in quanto devono essere riconoscibili e attirare l’attenzione con pochi pixel. Infatti ascoltiamo le canzoni e compriamo i cd dopo aver visto le copertine su Spotify, iTunes e Soundcloud, in piccoli quadrati.
Guardate ad esempio la differenza tra i i dischi con copertina stampata e l’ultimo digitale dei Rolling Stones.
Ecco invece alcuni degli ultimi dischi usciti, dei cantanti di Sanremo 2017 e stranieri. Come vedete molto spesso la brand identity si trasforma in personal branding.
Cambiano le tendenze, nascono nuovi stili musicali, ma è fondamentale che la brand identity sia sempre riconoscibile.
E la brand identity e le scelte che si fanno per lo stile dell’album devono essere rispettate anche per l’immagine sui social, del tour, nei gadget e in tutto quello che gli artisti ritengono opportuno utilizzare per fare la differenza.
Avete ancora 5 minuti? Potete approfondire questo tema leggendo:
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